Passu Torrau, Ballu Tundo, Su dillu. Da Rosario a La Plata a Orgosolo . Quando il ballo diventa valore identitario.

Sabato 10 Luglio 2021 

Prima delle ferie estive abbiamo condiviso molto volentieri come laboratorio “Distanti ma uniti. Casa Sardegna on line” l’iniziativa promossa e organizzata dai circoli argentini di Rosario e la Plata con la partecipazione straordinaria dell’Associazione Culturale “Murales” di Orgosolo e la partecipazione straordinaria del coordinatore Nazionale dei giovani F.A.S.I Mattia Lilliu.

Con il circolo di Rosario e de La Plata, abbiamo potuto approfondire ulteriori aspetti della vita di emigranti che si trovano al confine “estremo del mondo” dove la distanza (oltre 10.000 chilometri) fa la sua differenza. 

Si è preso spunto dal ballo, che lega tutte le comunità dei circoli sardi sparsi per il mondo, anche se ogni ballo è diverso dall’altro. Il ballo diventa momento fondante e valore identitario, non solo per le generazioni di emigrati nati in Sardegna, ma anche per i loro figli e nipoti non nati nell’Isola.

Abbiamo iniziato con il saluto di Giuseppe Garibaldi, che si chiama come suo bisnonno; è discendente diretto e pronipote da parte di padre dell’ ”eroe dei due mondi”. Attualmente svolge l’incarico di Direttore dell’Istituto Internazionale di studi “Giuseppe Garibaldi” , custode onorario della casa Compendio di Garibaldi a Caprera e Presidente dell’Associazione Garibaldi Agricoltore. Ben volentieri ha accettato di portare un caloroso saluto ai nostri corregionali dell’America Latina, ricordando come Caprera era il rifugio e patria, punto di arrivo e di partenza, del suo bisnonno per i suoi viaggi e le sue imprese. Egli scelse la Sardegna per le persone, per quel mondo di amici conosciuti in quella terra e che lo seguirono nelle sue imprese in Italia e America latina. Per ricordarne alcuni : Susini, Maggior Leggiero Giovan Battista Culiolo, Angelo Figurina e molti altri, che gli furono amici e vicini fino alla sua morte.

Dopo il saluto di Giuseppe Garibaldi, la parola passa a Leonardo Silvestri, portavoce e animatore del gruppo folk “Sa Sardigna” e membro del circolo sardo di Rosario,Circolo che nasce alla fine degli anni ottanta in casa dell’emigrato Sebastiano Mureddu. Il circolo viene riconosciuto nel 1997 dalla Regione Sardegna. Il gruppo folk “Su Nuraghe”, che poi diventa “Sa Sardigna”, nasce nel 1994. Leonardo, come gli attuali componenti del gruppo, non nasce in Sardegna, ma in Argentina. Quando giunsero i primi emigranti sardi, erano per lo più pastori e contadini, che “scappavano” dalla Sardegna per avere un migliore avvenire da offrire a se stessi e alle proprie famiglie. Vengono da Orani, Barrali, Pozzo Maggiore, Bannari, Cuglieri, Santu Lussurgiu Sassari, Riola Sardo. Anche se le provenienze sono diverse, e come sappiamo la lingua il ballo la cucina spesso si differenziano tra paesi che si trovano a pochi chilometri di distanza, il ritrovarsi è come rivivere i momenti vissuti nell’Isola, le contaminazioni permettono il mantenimento ed il rinnovarsi del vincolo, si continua a parlare sardo. Il ballo diventa un momento di incontro, non solo come ricordo, ma come momento identitario. Leonardo specifica che nessuno di loro era un “ballerino”. A ballare ad eseguire i “passi” s’impara grazie a delle cassette VHS di “Sardegna canta” che alcuni di loro riportano dopo un viaggio in Sardegna. Adesso quelle cassette non ci sono più, non perché sono andate perdute ma perché “bruciate”, consumate dall’uso e riuso che di esse veniva fatto.

I sabati tutti al circolo :si partecipa alla “scuola di ballo”; spesso i bambini erano costretti dalle loro nonne a parteciparvi, come Jonatan Tavez, attivo ballerino del gruppo, ci racconta, , emozionandosi, di sua nonna che lo trascinava tutti i sabati, con la famiglia al circolo. E’ un dolce ricordo e un pensiero di amore e ringraziamento alla nonna per avergli dato l’ opportunità di conoscere la Sardegna, scoprire le proprie origini, e tramite il ballo rinsaldare quel vincolo che lo lega al suo valore identitario. Adesso lui trasmette tutto questo al figlio Questo lo chiamano “senso di sardità”.

Una grande occasione, viene offerta e viene colta al volo, per un progetto della RAS e della Federazione dei Sardi in Argentina. Una rappresentanza del gruppo viene invitata in Sardegna, a Ittiri, per un corso in una scuola di ballo: “Ittiri cannedu”. In quell’occasione il gruppo ha l’occasione di completare la sua preparazione e di indossare i costumi locali partecipando il Primo Maggio, a Cagliari, alla sfilata di Sant’Efisio. Il rientro ovviamente porta euforia, entusiasmo voglia di cambiamento, aggiornamento e novità, il gruppo cambia si rinnova: nuovi costumi, nuovi arrangiamenti, voglia di diffondere e coinvolgere i conterranei.

Quello che ci ha stupito maggiormente, è che queste persone non sono nate in Sardegna, ma è da quasi 28 anni che sostengono ed alimentano il loro gruppo Folk con passione e orgoglio, mostrando un legame di amore verso l’Isola e dimostrando le loro salde radici. Infatti, come ci faceva notare Leonardo, nonostante che la propria terra si sia dimostrata “ingrata” verso di loro, mai ha sentito parlare male della Sardegna. Anzi il contrario: si sente la mancanza della propria terra. 

Con la presentazione di filmati e di slide, con la testimonianza di Jonatan Tavez, con la Sardegna tatuata e portata con orgoglio, come la bandiera dei 4 mori,e dalle parole di Leonardo, ci si rende conto come forte sia il cordone che lega le seconde e le terza generazioni. 

La parola passa poi a Maria Victoria Signorini , giovane presidente del Circolo Antonio Segni di La Plata, città universitaria, che dopo i saluti e ringraziamenti, passa la parola alla Signora Giovanni Signorini Falchi, Direttrice della Cultura e legami istituzionali del circolo che esordisce :”Distanti non lo siamo ma uniti siamo uniti”. La distanza si annulla. Il Circolo Antonio Segni de La Plata, viene fondato nel 1986, nella “Casa Italia” dove si incontravano i sardi e nel 1989 nasce legalmente Svolge attività culturali, tra i nativi e discendenti coinvolgendo la comunità argentina e la famiglia italiana. Svolge attività di studio della lingua italiana, mantenendo saldo il ricordo della propria lingua. Come ogni circolo si attiva nella diffusione della cultura sarda in tutti i suoi aspetti. La sardità, dopo 34 anni, perdura all’interno del Circolo. Con l’aiuto dei soci, si è riusciti a portare avanti le attività del circolo e loro si sentono protagonisti della propria storia. Emozionata, Giovanna, ringrazia con il cuore la partecipazione a questo evento. Tante sono le manifestazioni promosse dal circolo e attraverso il ballo si diffonde la cultura della Sardegna, l’artigianato le sue tradizioni Il gruppo di ballo, è stato presente fine a poco tempo fa e presente tra le comunità degli emigrati.

La parola ricorrente è la “Sardità”. Il gruppo di ballo : “Ballet Fortza Paris”, nasce nel 1996, i costumi, come già per il gruppo di Rosario, sono fatti in casa. In Argentina. E con orgoglio vengono indossati nelle più importanti manifestazione. La prima in occasione della festa della Madonna di Bonaria, che si svolge nella chiesa della Madonna di Lourdes a la Plata. Altra parola ricorrente , “amore” per la Sardegna . Nel 1998 viene promossa l’ inaugurazione di piazza Isola di Sardegna con un gemellaggio del circolo “Su nuraghe” di Biella.

Prende la parola la professoressa del gruppo di ballo. Lei, argentina, ballerina professionista ed insegnate di tango, riferisce come si stupiva di vedere un gruppo molto unito, con una cultura comune molto diffusa . Vedere come la passione e i valori fossero comuni a tutti i componenti: i nonni che tramandavano e tramandano ai nipoti le tradizioni e i valori che da esse scaturivano, attraverso il ballo, e queste azioni fanno trasparire una amore per l’Isola e la sua storia.. La passione la emozionava assieme alla musica e ai passi. Non conosceva la Sardegna e la sua musica e la sua danza, ma quando partiva la musica e vedeva i visi dei ballerini illuminarsi e i piedi a muoversi, vedeva il trasporto e la passione che rendevano evidente l’amore la propria terra di origine. E come artista professionista sentiva questo “trasmettere” di una passione naturale e ricorda volentieri questa esperienza che arricchisce a livello umano.

Il presidente Antonio Rana introduce l’ Ass. Culturale Murales di Orgosolo: 42 persone di età compresa tra i 16 e 59 anni Composto da un corpo di ballo, musicisti che suonano l’armonica a bocca e l’organetto diatonico e dal gruppo a Tenore :coro polifonico della cultura Sarda. Forte l’orgoglio di essere il paese del Muralismo, sviluppato con l’inizio degli anni 60, anche grazie all’impegno sociale e politico del Maestro Francesco del Casino. L’Associazione ha la finalità di salvaguardare la cultura sarda e orgolese, di preservare la lingua e le sue tradizioni. Si sviluppa una produzione letteraria, il canto a tenore, attività artistiche. Come dice Rana,”Viviamo in un epoca di colonizzazione culturale e per cui si cerca di preservare la propria unicità”. 

Facendo riferimento al ballo, e riconoscendo il livello di capacità di esprimersi degli amici dell’Argentina, si ritiene convinto che il ballo sardo si acquisisce, non è innato. Molti sono i contesti in cui si sviluppa la capacità di ballare, oltre che le scuole ad esso dedicate; e volentieri, il gruppo di ballo ci offre in diretta, direttamente dai loro locali in Orgosolo, una esibizione di “Ballu tundu”, prima accompagnato dal gruppo a Tenore, poi accompagnato dalla sola armonica a bocca, magistralmente suonata dal maestro Franco Corrias, che è anche uno dei due solisti del gruppo a tenore. Cecilia Collu , componente dell’Associazione, ballerina e studiosa del ballo sardo, esordisce ringraziando per le emozioni che sono state trasmesse dai conterranei argentini. In Sardegna, afferma, ci sono 377 comuni, che sono isole nell’isola , ogni paese ha la propria lingua, propri costumi e proprio modo di ballare. Orgosolo, è la porta della catena montuosa centrale della Sardegna: Supramonte. Zona Barbagia. Provincia di Nuoro. Orgosolo ha le case del centro interamente ricoperte da murales che riportano vicende socio politiche di tutto il mondo. E a Orgosolo e ai suoi murales il nostro laboratorio, aveva dedicato un evento all’inizio dell’anno.

Il costume che ha origini medioevali è molto particolare. Una benda avvolge tutto il capo. Benda fatta di seta, i bachi sono allevati e il filo viene prodotto ad Orgosolo.

Ballo: Balli sardi e Balli civili. I balli civili sono quelli importati dal continente. I balli sardi di Orgosolo sono su Ballu Tundu, su Passu Torrau e su Dillu. Per Orgosolo la musica è il canto a tenore, l’organetto diatonico, arrivato alla fine del ottocento, e l’armonica a bocca .

I balli hanno passi diversi e tempi musicali diversi. In tutte e tre i balli esiste una parte “a sa’ seria” “più seria” dove si rimane composti col corpo, anche la musica ce lo indica, e una parte “ più cadenzata” salligrada, in cui i passi sono più veloci ed anche saltati, e si possono fare in coppia .Orgosolo appartiene ad un area geografica dove coreuticamente i balli sono seri, non ci sono ballerini che fanno giochi con i piedi o si fanno danze di corteggiamento. La danza è molto seria, anche i costumi sono molto seri e coprono tutto il corpo. La figura unica e principale permessa è il cerchio. Amore per la propria terra questo è il sentimento che esprime con il ballo quando la comunità si ritrova. La comunità si ritrova per lo più in momenti di festa e le persone partecipano alle feste come attori sociali “sa vidda est in festa”. Il paese è in festa. Cosa si percepisce: un sentimento comune di unione. Raccolti in una unica grande famiglia. Non tutti ci conosciamo, ma la festa è talmente attesa che dai più piccoli ai più grandi vivono un sentimento comune. La quotidianità con i suoi pensieri e i suoi problemi, viene messa da parte per far largo alla felicità, esuberanza, sano divertimento. Cosa comunica il ballo in piazza se non un sentimento di orgoglio di coesione a cui tutta la comunità partecipa come fosse una “unica cosa”. Durante le feste, parte la musica e il canto, le persone si prendono sottobraccio, iniziano a formare il cerchio e cominciano a ballare formando questa “cosa unica. Lo stato mentale, per cui entra un ballerino, entra nel cerchio, da un punto di vista antropologico, ha un effetto quasi catartico. Lo cattura nel cerchio, lo trascina metaforicamente con le gambe ed il corpo, danza interrottamente per molte ore e il suono del ballo lo porta ad accantonare la parte della sua vita fatta di pensieri, preoccupazioni idee fatiche malumori preoccupazione per entrare in una dimensione di sano piacere, il ballo ti appaga, il corpo si sfoga e si sfogano le emozioni positive e negative: questa la potenza del ballo e della danza tradizionale. La parola poi passa a Mattia Lilliu presidente del coordinamento giovani della F.A.S.I.

Mattia oltre a fare i complimenti a tutti sottolinea come il ballo è un saldo fattore di richiamo potente anche per chi non balla. La potenza è data dalla musica e dal ritmo. Tra i figli degli emigrati e stato discusso ed è stato capito quanto sia importante questo aspetto. Nei circoli è difficile spesso imparare e anche organizzare dei corsi per mancanza anche di insegnanti o delle risorse idonee per reperirli anche per costi di trasferta. Nel 2018 si è provato a sopperire a questa mancanza. Si sono prodotti dei “video tutorial” del ballo, “video tutorial” per imparare i passi. Con l’aiuto di un professionista: Emanuele Garau sono state fatte le riprese dei 5 passi per costruire della video lezioni. Può essere un primo tentativo di approccio al mondo del ballo. Il risultato è stato ottimo i video sono stati interamente realizzati in continente. La coppia che si esibisce, sono figli di emigrati, genitori insegnanti di ballo che hanno imparato da piccoli. Anche il montaggio è fatto da un giovane sardo. Prodotto Made in Sardigna ma fabbricato fuori dalla Sardegna. Da emigrati.

Le riprese infatti sono state effettuate presso la sala del teatro del circolo di Cinisello e i tutti i video sono reperibili sul canale youtube fasi-italia.it.

Tantissime sono le visualizzazioni che stanno aumentando con il passare del tempo. E Mattia si auspica che anche ai presenti questi possono essere utili Un chiaro invito a farne uso.

Con Mattia si va verso la conclusione dell’evento che ha arricchito tutti i presenti e ha donato emozioni. Un grazie ai promotori che ci hanno fatto conoscere altre realtà, un grazie agli amici di Orgosolo che con entusiasmo hanno accettato di intervenire donandoci momenti di ballo dal vivo e di fatto legittimando il lavoro svolto dai circoli di Argentina, ripromettendosi se non uno scambio almeno un gemellaggio.Un grazie anche al circolo Shardana di Perugia, sempre presente con i suoi dirigenti, in primis la sua giovane Presidente,che ha fornito spunti e messo a disposizione le proprie conoscenze e relazioni per la realizzazione odierna.

Un grazie a Mattia per averci indicato come, nel mondo del ballo sardo, muovere i primi passi.

Un grazie generale inoltre a tutti coloro, che anche con la sola presenza, continuano a sostenere il laboratorio “Distanti ma uniti.Casa Sardegna on line”

Passu Torrau, Ballu Tundo, Su dillu

Da Rosario a La Plata a Orgosolo. Quando il ballo diventa valore identitario.

Sabato10 Luglio 2021 

Prima delle ferie estive abbiamo condiviso molto volentieri come laboratorio “Distanti ma uniti. Casa Sardegna on line” l’iniziativa promossa e organizzata dai circoli argentini di Rosario e la Plata con la partecipazione straordinaria dell’Associazione Culturale “Murales” di Orgosolo e la partecipazione straordinaria del coordinatore Nazionale dei giovani F.A.S.I Mattia Lilliu.

Con il circolo di Rosario e de La Plata, abbiamo potuto approfondire ulteriori aspetti della vita di emigranti che si trovano al confine “estremo del mondo” dove la distanza (oltre 10.000 chilometri) fa la sua differenza. 

Si è preso spunto dal ballo, che lega tutte le comunità dei circoli sardi sparsi per il mondo, anche se ogni ballo è diverso dall’altro. Il ballo diventa momento fondante e valore identitario, non solo per le generazioni di emigrati nati in Sardegna, ma anche per i loro figli e nipoti non nati nell’Isola.

Abbiamo iniziato con il saluto di Giuseppe Garibaldi, che si chiama come suo bisnonno; è discendente diretto e pronipote da parte di padre dell’ ”eroe dei due mondi”. Attualmente svolge l’incarico di Direttore dell’Istituto Internazionale di studi “Giuseppe Garibaldi” , custode onorario della casa Compendio di Garibaldi a Caprera e Presidente dell’Associazione Garibaldi Agricoltore. Ben volentieri ha accettato di portare un caloroso saluto ai nostri corregionali dell’America Latina, ricordando come Caprera era il rifugio e patria, punto di arrivo e di partenza, del suo bisnonno per i suoi viaggi e le sue imprese. Egli scelse la Sardegna per le persone, per quel mondo di amici conosciuti in quella terra e che lo seguirono nelle sue imprese in Italia e America latina. Per ricordarne alcuni : Susini, Maggior Leggiero Giovan Battista Culiolo, Angelo Figurina e molti altri, che gli furono amici e vicini fino alla sua morte.

Dopo il saluto di Giuseppe Garibaldi, la parola passa a Leonardo Silvestri, portavoce e animatore del gruppo folk “Sa Sardigna” e membro del circolo sardo di Rosario,Circolo che nasce alla fine degli anni ottanta in casa dell’emigrato Sebastiano Mureddu. Il circolo viene riconosciuto nel 1997 dalla Regione Sardegna. Il gruppo folk “Su Nuraghe”, che poi diventa “Sa Sardigna”, nasce nel 1994. Leonardo, come gli attuali componenti del gruppo, non nasce in Sardegna, ma in Argentina. Quando giunsero i primi emigranti sardi, erano per lo più pastori e contadini, che “scappavano” dalla Sardegna per avere un migliore avvenire da offrire a se stessi e alle proprie famiglie. Vengono da Orani, Barrali, Pozzo Maggiore, Bannari, Cuglieri, Santu Lussurgiu Sassari, Riola Sardo. Anche se le provenienze sono diverse, e come sappiamo la lingua il ballo la cucina spesso si differenziano tra paesi che si trovano a pochi chilometri di distanza, il ritrovarsi è come rivivere i momenti vissuti nell’Isola, le contaminazioni permettono il mantenimento ed il rinnovarsi del vincolo, si continua a parlare sardo. Il ballo diventa un momento di incontro, non solo come ricordo, ma come momento identitario. Leonardo specifica che nessuno di loro era un “ballerino”. A ballare ad eseguire i “passi” s’impara grazie a delle cassette VHS di “Sardegna canta” che alcuni di loro riportano dopo un viaggio in Sardegna. Adesso quelle cassette non ci sono più, non perché sono andate perdute ma perché “bruciate”, consumate dall’uso e riuso che di esse veniva fatto.

I sabati tutti al circolo :si partecipa alla “scuola di ballo”; spesso i bambini erano costretti dalle loro nonne a parteciparvi, come Jonatan Tavez, attivo ballerino del gruppo, ci racconta, , emozionandosi, di sua nonna che lo trascinava tutti i sabati, con la famiglia al circolo. E’ un dolce ricordo e un pensiero di amore e ringraziamento alla nonna per avergli dato l’ opportunità di conoscere la Sardegna, scoprire le proprie origini, e tramite il ballo rinsaldare quel vincolo che lo lega al suo valore identitario. Adesso lui trasmette tutto questo al figlio Questo lo chiamano “senso di sardità”.

Una grande occasione, viene offerta e viene colta al volo, per un progetto della RAS e della Federazione dei Sardi in Argentina. Una rappresentanza del gruppo viene invitata in Sardegna, a Ittiri, per un corso in una scuola di ballo: “Ittiri cannedu”. In quell’occasione il gruppo ha l’occasione di completare la sua preparazione e di indossare i costumi locali partecipando il Primo Maggio, a Cagliari, alla sfilata di Sant’Efisio. Il rientro ovviamente porta euforia, entusiasmo voglia di cambiamento, aggiornamento e novità, il gruppo cambia si rinnova: nuovi costumi, nuovi arrangiamenti, voglia di diffondere e coinvolgere i conterranei.

Quello che ci ha stupito maggiormente, è che queste persone non sono nate in Sardegna, ma è da quasi 28 anni che sostengono ed alimentano il loro gruppo Folk con passione e orgoglio, mostrando un legame di amore verso l’Isola e dimostrando le loro salde radici. Infatti, come ci faceva notare Leonardo, nonostante che la propria terra si sia dimostrata “ingrata” verso di loro, mai ha sentito parlare male della Sardegna. Anzi il contrario: si sente la mancanza della propria terra. 

Con la presentazione di filmati e di slide, con la testimonianza di Jonatan Tavez, con la Sardegna tatuata e portata con orgoglio, come la bandiera dei 4 mori,e dalle parole di Leonardo, ci si rende conto come forte sia il cordone che lega le seconde e le terza generazioni. 

La parola passa poi a Maria Victoria Signorini , giovane presidente del Circolo Antonio Segni di La Plata, città universitaria, che dopo i saluti e ringraziamenti, passa la parola alla Signora Giovanni Signorini Falchi, Direttrice della Cultura e legami istituzionali del circolo che esordisce :”Distanti non lo siamo ma uniti siamo uniti”. La distanza si annulla. Il Circolo Antonio Segni de La Plata, viene fondato nel 1986, nella “Casa Italia” dove si incontravano i sardi e nel 1989 nasce legalmente Svolge attività culturali, tra i nativi e discendenti coinvolgendo la comunità argentina e la famiglia italiana. Svolge attività di studio della lingua italiana, mantenendo saldo il ricordo della propria lingua. Come ogni circolo si attiva nella diffusione della cultura sarda in tutti i suoi aspetti. La sardità, dopo 34 anni, perdura all’interno del Circolo. Con l’aiuto dei soci, si è riusciti a portare avanti le attività del circolo e loro si sentono protagonisti della propria storia. Emozionata, Giovanna, ringrazia con il cuore la partecipazione a questo evento. Tante sono le manifestazioni promosse dal circolo e attraverso il ballo si diffonde la cultura della Sardegna, l’artigianato le sue tradizioni Il gruppo di ballo, è stato presente fine a poco tempo fa e presente tra le comunità degli emigrati.

La parola ricorrente è la “Sardità”. Il gruppo di ballo : “Ballet Fortza Paris”, nasce nel 1996, i costumi, come già per il gruppo di Rosario, sono fatti in casa. In Argentina. E con orgoglio vengono indossati nelle più importanti manifestazione. La prima in occasione della festa della Madonna di Bonaria, che si svolge nella chiesa della Madonna di Lourdes a la Plata. Altra parola ricorrente , “amore” per la Sardegna . Nel 1998 viene promossa l’ inaugurazione di piazza Isola di Sardegna con un gemellaggio del circolo “Su nuraghe” di Biella.

Prende la parola la professoressa del gruppo di ballo. Lei, argentina, ballerina professionista ed insegnate di tango, riferisce come si stupiva di vedere un gruppo molto unito, con una cultura comune molto diffusa . Vedere come la passione e i valori fossero comuni a tutti i componenti: i nonni che tramandavano e tramandano ai nipoti le tradizioni e i valori che da esse scaturivano, attraverso il ballo, e queste azioni fanno trasparire una amore per l’Isola e la sua storia.. La passione la emozionava assieme alla musica e ai passi. Non conosceva la Sardegna e la sua musica e la sua danza, ma quando partiva la musica e vedeva i visi dei ballerini illuminarsi e i piedi a muoversi, vedeva il trasporto e la passione che rendevano evidente l’amore la propria terra di origine. E come artista professionista sentiva questo “trasmettere” di una passione naturale e ricorda volentieri questa esperienza che arricchisce a livello umano.

Il presidente Antonio Rana introduce l’ Ass. Culturale Murales di Orgosolo: 42 persone di età compresa tra i 16 e 59 anni Composto da un corpo di ballo, musicisti che suonano l’armonica a bocca e l’organetto diatonico e dal gruppo a Tenore :coro polifonico della cultura Sarda. Forte l’orgoglio di essere il paese del Muralismo, sviluppato con l’inizio degli anni 60, anche grazie all’impegno sociale e politico del Maestro Francesco del Casino. L’Associazione ha la finalità di salvaguardare la cultura sarda e orgolese, di preservare la lingua e le sue tradizioni. Si sviluppa una produzione letteraria, il canto a tenore, attività artistiche. Come dice Rana,”Viviamo in un epoca di colonizzazione culturale e per cui si cerca di preservare la propria unicità”. 

Facendo riferimento al ballo, e riconoscendo il livello di capacità di esprimersi degli amici dell’Argentina, si ritiene convinto che il ballo sardo si acquisisce, non è innato. Molti sono i contesti in cui si sviluppa la capacità di ballare, oltre che le scuole ad esso dedicate; e volentieri, il gruppo di ballo ci offre in diretta, direttamente dai loro locali in Orgosolo, una esibizione di “Ballu tundu”, prima accompagnato dal gruppo a Tenore, poi accompagnato dalla sola armonica a bocca, magistralmente suonata dal maestro Franco Corrias, che è anche uno dei due solisti del gruppo a tenore. Cecilia Collu , componente dell’Associazione, ballerina e studiosa del ballo sardo, esordisce ringraziando per le emozioni che sono state trasmesse dai conterranei argentini. In Sardegna, afferma, ci sono 377 comuni, che sono isole nell’isola , ogni paese ha la propria lingua, propri costumi e proprio modo di ballare. Orgosolo, è la porta della catena montuosa centrale della Sardegna: Supramonte. Zona Barbagia. Provincia di Nuoro. Orgosolo ha le case del centro interamente ricoperte da murales che riportano vicende socio politiche di tutto il mondo. E a Orgosolo e ai suoi murales il nostro laboratorio, aveva dedicato un evento all’inizio dell’anno.

Il costume che ha origini medioevali è molto particolare. Una benda avvolge tutto il capo. Benda fatta di seta, i bachi sono allevati e il filo viene prodotto ad Orgosolo.

Ballo: Balli sardi e Balli civili. I balli civili sono quelli importati dal continente. I balli sardi di Orgosolo sono su Ballu Tundu, su Passu Torrau e su Dillu. Per Orgosolo la musica è il canto a tenore, l’organetto diatonico, arrivato alla fine del ottocento, e l’armonica a bocca .

I balli hanno passi diversi e tempi musicali diversi. In tutte e tre i balli esiste una parte “a sa’ seria” “più seria” dove si rimane composti col corpo, anche la musica ce lo indica, e una parte “ più cadenzata” salligrada, in cui i passi sono più veloci ed anche saltati, e si possono fare in coppia .Orgosolo appartiene ad un area geografica dove coreuticamente i balli sono seri, non ci sono ballerini che fanno giochi con i piedi o si fanno danze di corteggiamento. La danza è molto seria, anche i costumi sono molto seri e coprono tutto il corpo. La figura unica e principale permessa è il cerchio. Amore per la propria terra questo è il sentimento che esprime con il ballo quando la comunità si ritrova. La comunità si ritrova per lo più in momenti di festa e le persone partecipano alle feste come attori sociali “sa vidda est in festa”. Il paese è in festa. Cosa si percepisce: un sentimento comune di unione. Raccolti in una unica grande famiglia. Non tutti ci conosciamo, ma la festa è talmente attesa che dai più piccoli ai più grandi vivono un sentimento comune. La quotidianità con i suoi pensieri e i suoi problemi, viene messa da parte per far largo alla felicità, esuberanza, sano divertimento. Cosa comunica il ballo in piazza se non un sentimento di orgoglio di coesione a cui tutta la comunità partecipa come fosse una “unica cosa”. Durante le feste, parte la musica e il canto, le persone si prendono sottobraccio, iniziano a formare il cerchio e cominciano a ballare formando questa “cosa unica. Lo stato mentale, per cui entra un ballerino, entra nel cerchio, da un punto di vista antropologico, ha un effetto quasi catartico. Lo cattura nel cerchio, lo trascina metaforicamente con le gambe ed il corpo, danza interrottamente per molte ore e il suono del ballo lo porta ad accantonare la parte della sua vita fatta di pensieri, preoccupazioni idee fatiche malumori preoccupazione per entrare in una dimensione di sano piacere, il ballo ti appaga, il corpo si sfoga e si sfogano le emozioni positive e negative: questa la potenza del ballo e della danza tradizionale. La parola poi passa a Mattia Lilliu presidente del coordinamento giovani della F.A.S.I.

Mattia oltre a fare i complimenti a tutti sottolinea come il ballo è un saldo fattore di richiamo potente anche per chi non balla. La potenza è data dalla musica e dal ritmo. Tra i figli degli emigrati e stato discusso ed è stato capito quanto sia importante questo aspetto. Nei circoli è difficile spesso imparare e anche organizzare dei corsi per mancanza anche di insegnanti o delle risorse idonee per reperirli anche per costi di trasferta. Nel 2018 si è provato a sopperire a questa mancanza. Si sono prodotti dei “video tutorial” del ballo, “video tutorial” per imparare i passi. Con l’aiuto di un professionista: Emanuele Garau sono state fatte le riprese dei 5 passi per costruire della video lezioni. Può essere un primo tentativo di approccio al mondo del ballo. Il risultato è stato ottimo i video sono stati interamente realizzati in continente. La coppia che si esibisce, sono figli di emigrati, genitori insegnanti di ballo che hanno imparato da piccoli. Anche il montaggio è fatto da un giovane sardo. Prodotto Made in Sardigna ma fabbricato fuori dalla Sardegna. Da emigrati.

Le riprese infatti sono state effettuate presso la sala del teatro del circolo di Cinisello e i tutti i video sono reperibili sul canale youtube fasi-italia.it.

Tantissime sono le visualizzazioni che stanno aumentando con il passare del tempo. E Mattia si auspica che anche ai presenti questi possono essere utili Un chiaro invito a farne uso.

Con Mattia si va verso la conclusione dell’evento che ha arricchito tutti i presenti e ha donato emozioni. Un grazie ai promotori che ci hanno fatto conoscere altre realtà, un grazie agli amici di Orgosolo che con entusiasmo hanno accettato di intervenire donandoci momenti di ballo dal vivo e di fatto legittimando il lavoro svolto dai circoli di Argentina, ripromettendosi se non uno scambio almeno un gemellaggio.Un grazie anche al circolo Shardana di Perugia, sempre presente con i suoi dirigenti, in primis la sua giovane Presidente,che ha fornito spunti e messo a disposizione le proprie conoscenze e relazioni per la realizzazione odierna.

Un grazie a Mattia per averci indicato come, nel mondo del ballo sardo, muovere i primi passi.

Un grazie generale inoltre a tutti coloro, che anche con la sola presenza, continuano a sostenere il laboratorio “Distanti ma uniti.Casa Sardegna on line”